CasaFacile di Giugno 2025: l’editoriale del direttore

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Bastava mettere due sedie di spalle e posare una tovaglia sugli schienali, per costruirsi un rifugio; bastava strisciare sotto il letto, infilarsi nella nicchia accanto all’armadio; bastava accucciarsi dietro una poltrona, tra la finestra e la tenda o dentro uno scatolone rovesciato… Da bambini il grande spazio della casa conteneva infiniti altri spazi possibili che ci si svelavano con facilità: bastava aver voglia di giocare o seguire quell’impulso, che ogni tanto prende, a nascondersi.

Crescendo, la nostra idea dello spazio si è irrigidita, ha iniziato a correre lungo i perimetri delle stanze facendoci credere che gli ambienti si generino costruendo muri. Così se abbiamo bisogno di stare soli dobbiamo chiudere una porta, se abbiamo desiderio di un piccolo rifugio pensiamo di doverlo cercare in case diverse dalla nostra. Eppure c’è un modo per ritagliare spazi nello spazio anche quando si è grandi, senza doversi infilare sotto un tavolo: usare la luce.

Me ne sono accorta quando una lampada ricaricabile mi ha indotta a disegnare di sera tenendo accesa solo lei nel buio del soggiorno: il suo cono illuminato ha la stessa magia della tenda di stoffa in cui mi rifugiavo a giocare nella mia cameretta.

Poi è arrivata l’abitudine di fare la doccia prima di coricarmi accendendo solo una candela, e anche lì è stato come scoprire un bagno nuovo con la fiamma che trasforma i confini geometrici delle pareti in un ambiente simile a una bolla (o, per chi se le ricorda, alle camere dei Barbapapà!). Le luci giuste sanno sempre ricavare stanze nelle stanze: pensate all’angolo lettura – una seduta e una lampada – che diventa porzione del soggiorno o di una camera da letto.

Anche la luce naturale è un ottimo architetto di spazi. Penso ai sottotetti che diventano case aprendo finestre in falda. Ma penso anche alle tende, leggere per velare e scure per schermare: pieno sole se si vuole studiare, disegnare, cucinare, luce morbida per rilassarsi, chiacchierare, meditare; modulare l’illuminazione permette di costruire infiniti rifugi dentro casa, come con le spalliere delle sedie e la tovaglia nei giochi da bambini. Perché è la luce, più dei muri, a disegnare il mondo che abitiamo.

Francesca Magni, direttore

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