La fava è un legume probabilmente originario dell’Africa settentrionale, sicuramente molto antico: la parola deriva dal latino faba, in greco la fava era detta kyamos, i Greci attribuivano alle fave diversi valori simbolici. Considerate afrodisiache, tanto che in un’iscrizione del VI secolo a.C. rinvenuta sull’isola di Rodi, si consigliava ai fedeli di non mangiarle se si voleva rimanere in uno stato di purezza. Venivano usate già in età arcaica per interrogare gli dei attraverso un sorteggio, una pratica che poi verrà traslata in ambito politico in età classica, durante la quale i legumi erano usati per le votazioni politiche. L’usanza di utilizzare le fave per votare continuò anche nel Medioevo, anche nella Toscana ottocentesca dove, a questo scopo, le si dividevano in nere e bianche, una pratica testimoniata anche dall’espressione idiomatica “mettere alle fave”, ovvero, mettere a votazione. Le fave sono sempre state l’umile, ma indispensabile carburante proteico della storia passata: oggi, esse sono diventate il cibo della convivialità e della rinascita dell’orto in primavera, l’ingrediente principe delle prime scampagnate con gli amici.
L’articolo I ‘fagioli larghi’ sono i gustosissimi protagonisti di ogni picnic di primavera proviene da Ricette della Nonna.
La fava è un legume probabilmente originario dell’Africa settentrionale, sicuramente molto antico: la parola deriva dal latino faba, in greco la fava era detta kyamos, i Greci attribuivano alle fave diversi valori simbolici. Considerate afrodisiache, tanto che in un’iscrizione del VI secolo a.C. rinvenuta sull’isola di Rodi, si consigliava ai fedeli di non mangiarle se si voleva rimanere in uno stato di purezza. Venivano usate già in età arcaica per interrogare gli dei attraverso un sorteggio, una pratica che poi verrà traslata in ambito politico in età classica, durante la quale i legumi erano usati per le votazioni politiche. L’usanza di utilizzare le fave per votare continuò anche nel Medioevo, anche nella Toscana ottocentesca dove, a questo scopo, le si dividevano in nere e bianche, una pratica testimoniata anche dall’espressione idiomatica “mettere alle fave”, ovvero, mettere a votazione. Le fave sono sempre state l’umile, ma indispensabile carburante proteico della storia passata: oggi, esse sono diventate il cibo della convivialità e della rinascita dell’orto in primavera, l’ingrediente principe delle prime scampagnate con gli amici.
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I ‘fagioli larghi’ sono i gustosissimi protagonisti di ogni picnic di primavera
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La fava è un legume probabilmente originario dell’Africa settentrionale, sicuramente molto antico: la parola deriva dal latino faba, in greco la fava era detta kyamos, i Greci attribuivano alle fave diversi valori simbolici. Considerate afrodisiache, tanto che in un’iscrizione del VI secolo a.C. rinvenuta sull’isola di Rodi, si consigliava ai fedeli di non mangiarle se si voleva rimanere in uno stato di purezza. Venivano usate già in età arcaica per interrogare gli dei attraverso un sorteggio, una pratica che poi verrà traslata in ambito politico in età classica, durante la quale i legumi erano usati per le votazioni politiche. L’usanza di utilizzare le fave per votare continuò anche nel Medioevo, anche nella Toscana ottocentesca dove, a questo scopo, le si dividevano in nere e bianche, una pratica testimoniata anche dall’espressione idiomatica “mettere alle fave”, ovvero, mettere a votazione. Le fave sono sempre state l’umile, ma indispensabile carburante proteico della storia passata: oggi, esse sono diventate il cibo della convivialità e della rinascita dell’orto in primavera, l’ingrediente principe delle prime scampagnate con gli amici.
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