Stufe e camini possono davvero renderci indipendenti dalle fonti energetiche fossili? Cosa bisogna sapere per sfruttarli al meglio? Qui le risposte a 4 domande essenziali
Posso riscaldare tutta la casa con una stufa o un camino?
Certo! Oggi questi apparecchi sono così potenti, efficienti e sostenibili (connotati da una combustione pulita premiata dalla certificazione a 4 o 5 stelle ‘ariaPulita’), che possono sostituire la caldaia a gas e portare calore in tutti gli ambienti, regalando al tempo stesso l’eterna emozione della fiamma. E poiché sfruttano tecnologie e combustibili diversi, bisogna soltanto decidere a priori se:
_diffondere il calore tramite l’aria, che verrà diffusa nei locali attraverso tubazioni incassate a muro, o tramite l’acqua, allacciando l’apparecchio all’impianto idraulico sanitario e del riscaldamento per poter scaldare i radiatori o i pannelli radianti a parete o a pavimento;
_utilizzare un apparecchio a legna o a pellet, considerando che soltanto scegliendo quest’ultimo si potrà programmare il riscaldamento da una centralina e da remoto tramite app, esattamente come si fa con le caldaie a gas di ultima generazione.
È possibile mettere una stufa o un camino in camera da letto o in un monolocale?
Sì, a patto che siano modelli ‘ermetici’ o ‘a camera stagna’ che non rubano ossigeno al locale, che deve avere un volume minimo di 30 mc, pari a circa 10-11 mq. Questi modelli sono gli unici ammessi dalla normativa di riferimento per gli ambienti in cui si dorme: grazie a una tecnica costruttiva particolare, riescono a prelevare l’aria per la combustione direttamente dall’esterno senza richiedere la classica presa d’aria sulla parete perimetrale. La sicurezza è garantita proprio perché l’aria può entrare e uscire dalla stufa e dal camino unicamente attraverso i canali ermetici di cui sono dotati.
È vero che i vecchi camini presenti nelle case d’epoca non sono più utilizzabili?
Il divieto d’uso, che nasce per contrastare l’inquinamento da polveri sottili, c’è ma al momento è in atto nei Comuni situati a un’altitudine inferiore ai 300 metri, in alcune Regioni come Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana e riguarda solo i camini aperti a fiamma libera e i camini chiusi obsoleti e inefficienti che non raggiungono 3-4 stelle ‘ariaPulita’. Quindi è consigliabile informarsi presso il proprio Comune circa eventuali nuovi divieti, eccezioni o esenzioni per l’inverno 2024-2025. La buona notizia, però, è che è sempre possibile mettere a norma i vecchi camini (o renderli più efficienti nelle località dove non c’è il divieto). Come? Ricorrendo a queste due possibilità: A. Inserendo nel focolare aperto del camino un inserto a legna o a pellet, chiuso da un’anta in vetro ceramico temperato: dotato di ventilazione frontale, è progettato per essere installato nelle bocche dei vecchi camini senza lavori di muratura. Per poterlo usare andrà però risanata anche la vecchia canna fumaria con l’installazione di un nuovo condotto. B. Inserendo una mini-stufa nella bocca del camino. Alta 80-90 cm e dotata dell’uscita fumi sul top, lo trasforma in un sistema di riscaldamento efficiente e pulito.
Posso mettere una stufa in aggiunta al riscaldamento?
Deve esserci una canna fumaria indipendente da destinare a esclusivamente alla nuova stufa (sia in villetta, sia in condominio), collegata a un suo comignolo. Per garantire un buon tiraggio e il corretto smaltimento dei fumi di combustione, canna e comignolo devono essere entrambi integri, funzionanti e di dimensioni corrette: una verifica che può fare un tecnico fumista abilitato (lo trovi su » anfus.it). Lo scarico fumi non si può collegare in facciata, tranne in casi molto limitati previsti dalla legge. E in assenza di canna fumaria? Chi abita in mansarda, può installare la stufa collegando il tubo verticale di scarico fumi (ben isolato e con diametro da 8 cm) al tetto, forandolo e isolando il punto di passaggio. Naturalmente deve rispettare le norme comunali in materia di distanze relative agli scarichi sul tetto, e deve ottenere il nulla osta dell’assemblea condominiale.
Stufe e camini: 4 domande e 4 risposte
CasaFacile
19 Novembre 2024
Stufe e camini possono davvero renderci indipendenti dalle fonti energetiche fossili? Cosa bisogna sapere per sfruttarli al meglio? Qui le risposte a 4 domande essenziali
Posso riscaldare tutta la casa con una stufa o un camino?
Certo! Oggi questi apparecchi sono così potenti, efficienti e sostenibili (connotati da una combustione pulita premiata dalla certificazione a 4 o 5 stelle ‘ariaPulita’), che possono sostituire la caldaia a gas e portare calore in tutti gli ambienti, regalando al tempo stesso l’eterna emozione della fiamma. E poiché sfruttano tecnologie e combustibili diversi, bisogna soltanto decidere a priori se:
_diffondere il calore tramite l’aria, che verrà diffusa nei locali attraverso tubazioni incassate a muro, o tramite l’acqua, allacciando l’apparecchio all’impianto idraulico sanitario e del riscaldamento per poter scaldare i radiatori o i pannelli radianti a parete o a pavimento;
_utilizzare un apparecchio a legna o a pellet, considerando che soltanto scegliendo quest’ultimo si potrà programmare il riscaldamento da una centralina e da remoto tramite app, esattamente come si fa con le caldaie a gas di ultima generazione.
È possibile mettere una stufa o un camino in camera da letto o in un monolocale?
Sì, a patto che siano modelli ‘ermetici’ o ‘a camera stagna’ che non rubano ossigeno al locale, che deve avere un volume minimo di 30 mc, pari a circa 10-11 mq. Questi modelli sono gli unici ammessi dalla normativa di riferimento per gli ambienti in cui si dorme: grazie a una tecnica costruttiva particolare, riescono a prelevare l’aria per la combustione direttamente dall’esterno senza richiedere la classica presa d’aria sulla parete perimetrale. La sicurezza è garantita proprio perché l’aria può entrare e uscire dalla stufa e dal camino unicamente attraverso i canali ermetici di cui sono dotati.
È vero che i vecchi camini presenti nelle case d’epoca non sono più utilizzabili?
Il divieto d’uso, che nasce per contrastare l’inquinamento da polveri sottili, c’è ma al momento è in atto nei Comuni situati a un’altitudine inferiore ai 300 metri, in alcune Regioni come Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana e riguarda solo i camini aperti a fiamma libera e i camini chiusi obsoleti e inefficienti che non raggiungono 3-4 stelle ‘ariaPulita’. Quindi è consigliabile informarsi presso il proprio Comune circa eventuali nuovi divieti, eccezioni o esenzioni per l’inverno 2024-2025. La buona notizia, però, è che è sempre possibile mettere a norma i vecchi camini (o renderli più efficienti nelle località dove non c’è il divieto). Come? Ricorrendo a queste due possibilità:
A. Inserendo nel focolare aperto del camino un inserto a legna o a pellet, chiuso da un’anta in vetro ceramico temperato: dotato di ventilazione frontale, è progettato per essere installato nelle bocche dei vecchi camini senza lavori di muratura. Per poterlo usare andrà però risanata anche la vecchia canna fumaria con l’installazione di un nuovo condotto.
B. Inserendo una mini-stufa nella bocca del camino. Alta 80-90 cm e dotata dell’uscita fumi sul top, lo trasforma in un sistema di riscaldamento efficiente e pulito.
Posso mettere una stufa in aggiunta al riscaldamento?
Deve esserci una canna fumaria indipendente da destinare a esclusivamente alla nuova stufa (sia in villetta, sia in condominio), collegata a un suo comignolo. Per garantire un buon tiraggio e il corretto smaltimento dei fumi di combustione, canna e comignolo devono essere entrambi integri, funzionanti e di dimensioni corrette: una verifica che può fare un tecnico fumista abilitato (lo trovi su » anfus.it). Lo scarico fumi non si può collegare in facciata, tranne in casi molto limitati previsti dalla legge. E in assenza di canna fumaria? Chi abita in mansarda, può installare la stufa collegando il tubo verticale di scarico fumi (ben isolato e con diametro da 8 cm) al tetto, forandolo e isolando il punto di passaggio. Naturalmente deve rispettare le norme comunali in materia di distanze relative agli scarichi sul tetto, e deve ottenere il nulla osta dell’assemblea condominiale.
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